Celebrazione 2021 per ricordare i nostri Alpini andati Avanti !
Tra gli appuntamenti liturgici importanti del Gruppo Alpini Ferno, spicca quello dedicato ai propri defunti Alpini.
Come di consuetudine, gli Alpini di Ferno si riuniscono con cadenza annuale in occasione della celebrazione di una specifica S.Messa in suffragio ai propri Alpini andati “Avanti”.
Nella tramandata tradizione alpina e in senso figurato, ogni “Penna Nera” sa che, quando arriva l'ora di andare Avanti, posa lo zaino a terra per l'ultima volta e ritrova amici e commilitoni nel paradiso del Generale Cantore “abitato” da alcuni santi e beati, alcuni eroi e tantissimi uomini semplici che sono i più cari al “vecio”.
Sabato 22 di Gennaio 2022, alle 18.30, è stata celebrata una S.Messa presso la Chiesa Parrocchiale di Ferno durante la quale, nelle preghiere, è stato ricordato l'alpino fondatore Rodrigo Cimolai, scomparso nel 2020, e tutti gli alpini defunti del Gruppo di Ferno.
Per crescere l'attenzione e maggiore coinvolgimento nella liturgia della S.Messa e dei defunti, il coro “Penna Nera”, diretto dal Maestro Fabio Zambon, ha partecipato eseguendo magistralmente le cante liturgiche del rito e, dopo l'eucarestia, il Capogruppo Enzo Ambrosi ha dato lettura della “Preghiera dell'Alpino” il cui testo, tanto coinvolgente, ha sicuramente raggiunto le coscienze per dare ancora una volta quell'impronta della semplicità e della bontà d'animo dell'alpino fondata nella fede e nella carità cristiana, dove ogni uomo vive l'alpinità nella pace, concordia e condivisione e a volte pregando, come ci ha ricordato più volte Papa Francesco, anche senza avere le mani giunte, attraverso semplici gesti di solidarietà, aiutando il prossimo nell'impegno verso la comunità.
A conclusione della S.Messa, il Coro Penna Nera eseguito infine il brano “Signore delle Cime”, tanto caro agli Alpini nella cultura del ricordo di quelli andati “Avanti” per il coinvolgente sentimento di preghiera affinchè l'alpino venga umilmente accolto in paradiso.
Gli alpini di Ferno sono devoti al Beato Don Gnocchi. Dal Beato ne colgono i riferimenti e gli insegnamenti sulla visione che lui aveva della missione di carità maturata sin da quando, arruolato volontario come Cappellano militare Alpino della Divisione Tridentina durante la 2^ GM, ritornò sopravvissuto dalla terribile e disastrosa campagna di Russia e nel dopoguerra concretizzò il suo impegno con il sostegno agli orfani di guerra e mutilati dell'infanzia.
Dunque, nel tramandare la tradizione alpina per la difesa della cultura del ricordo, gli alpini hanno deposto le armi con il congedo e nella vita associativa hanno imbracciato le armi di fede e d'amore mettendosi attivamente e silenziosamente a disposizione nella loro realtà per dispensare solidarietà senza richiedere nulla in cambio.
Ma, a volte “Un grazie”, spalanca un sorriso.
E.Ambrosi