Visita al Sacrario del Montello e al Museo di Nervesa della Battaglia - Gruppo di Ferno.
 
Una nuova iniziativa nel centenario della 1^ Guerra Mondiale è stata concretizzata dal Gruppo Alpini Ferno che ha organizzato, anche per il 2017, una gita sociale aperta a tutti per ritornare ancora sui territori della Grande Guerra, in particolare presso Nervesa della Battaglia (TV), uno dei luoghi dove, nel giugno 1918, si combatté la “Battaglia del Solstizio”, l’ultimo aspro scontro decisivo per il ritiro delle armate austro-ungariche e fine del conflitto.
Nervesa, già distrutta al 90% dai bombardamenti, fu dapprima conquistata dagli austro-ungarici il 15 giugno 1918 e ripresa dagli italiani il 21 giugno in un furibondo scontro denominato “Battaglia del Montello”.
Alla gita hanno partecipato anche il Sindaco di Ferno Filippo Gesualdi, Il Vice-sindaco Mauro Cerutti e l’Assessore alla Cultura Sarah Foti.
Giunti poco prima delle 10.00 alla periferia di Nervesa, già si intravedeva sullo sfondo la collina del Montello e su di essa svettare l’imponente sagoma del Sacrario. Un rapido attraversamento del paese, Via dell’Ossario ed imboccato il Viale degli Eroi si saliva a spirale a sinistra sino a giungere nel grande piazzale antistante la scalinata della gigantesca costruzione.
Il mausoleo cimiteriale posto sull’estremità del Montello a 176 mt., si presenta come una massiccia torre quadrata alta 32mt., appoggiata su un grande basamento quadrato con quattro facciate costituite da tre ordini di mezze colonne tagliate da fasce sovrapposte, all’interno del quale si trova il sacrario vero e proprio.
All’ingresso, un volontario dell’Associazione Battaglia del Solstizio, ha accolto la comitiva fornendo le informazioni minime sull’edificato, scopo della costruzione e impiego degli spazi interni.
Percorrendo i corridoi circolari dei primi due piani si potevano vedere sulle pareti i loculi contenenti le spoglie di 9325 caduti dei quali 6.099 identificati e 3226 ignoti provenienti da 120 Cimiteri di guerra disseminati lungo il medio Piave durante le battaglie dal novembre 1917 al novembre 1918.
Salendo poi al terzo ripiano circolare attraverso le scale al centro della torre, si poteva visitare il modesto museo con l’esposizione di oggetti significativi, armi ed accessori a testimonianza dell’asprità del sacrificio nel vivere al fronte.
Infine, alla sommità del quarto ripiano della torre, l’attraversamento dei finestroni, consentiva di accedere alle loggette pensili dalle quali lo sguardo abbracciava l’intera area della “Battaglia del Montello” delimitata dalla vicina ansa del Piave.
E’ da questa posizione dominante che l’immaginario realizza la visione dei terribili momenti della devastazione provocata dalla battaglia e del sacrificio di migliaia di vite che hanno combattuto per amor di Patria, per la bandiera, piantando il tricolore sul riconquistato suolo italiano. Ma si percepisce anche una sensazione di pace e tranquillità rivolta ai combattenti le cui spoglie riposano in questa dimora dopo tanta sofferenza e supremo sacrificio.
Grazie alla disponibilità di un giovane volontario dell’Associazione Battaglia del Solstizio, la comitiva di Ferno è stata accompagnata alla visita del vicino “Sacello Francesco Baracca”, famoso pilota della "Cavalleria del Cielo", che con 34 aerei abbattuti fu considerato “asso degli assi” ma che fu a sua volta abbattuto il 19 giugno 1918 durante la “Battaglia del Solstizio”.
Il sacello fu edificato per ricordare il luogo in cui venne abbattuto ma anche per onorare tanto prestigioso eroico servizio. In realtà il velivolo precipitò in un punto poco distante dall’Abbazia di Nervesa.
La fine mattinata è proseguita con la vista del museo della Grande Guerra di Nervesa che nel periodo corrente presentava una mostra aggiuntiva straordinaria “… eppur si doveva … mangiare ! “ costituita da numerosi reperti, scatole, scatolette ecc. utilizzate per cibare i soldati al fronte. Un complemento ai già presenti reperti di guerra che per la loro fattura hanno fatto comprendere l’impennata del progresso dell’industria di allora incalzata dalle esigenze belliche.
Previo precedenti accordi presi tra il Capogruppo Enzo Ambrosi ed il segretario/tesoriere Marino Gerini del Gruppo Alpini Città di Treviso, il pranzo è stato organizzato presso la locale sede.
All’arrivo presso la baita Alpini, la comitiva di Ferno è stata subito accolta dagli alpini e dagli amici ritrovati con l’eccezionale calore ospitale trevigiano mettendo da subito gli ospiti a proprio agio.
L’incontro e presentazione tra il Capogruppo Enzo Ambrosi (Gruppo Alpini Ferno) ed il Capogruppo Maurizio De Biasio (Gruppo Alpini Città di Treviso) ha suggellato il bel momento di accoglienza con il motto “tutti amici, amici di tutti”.
Il pranzo, costituito da sublimi specialità della gastronomia trevigiana, è stato consumato all’insegna del vivere in gioviale allegria con momenti canori di repertorio alpino, durante uno dei quali è stato simpaticamente effettuato ed apprezzato il così detto battesimo del Capogruppo ospite quale consolidamento di amicizia tra i gruppi e in un certo senso atto di appartenenza e benvenuto tra gli alpini di Treviso.
All’approssimarsi del termine della parentesi gastronomica, Il Capogruppo Maurizio De Biasio ha voluto un momento di formale attenzione per consegnare al Capogruppo ospite il guidoncino del Gruppo Alpini Città di Treviso ed alcune pubblicazioni edite dal Gruppo stesso.
Il Capogruppo Enzo Ambrosi ha ricambiato consegnando a sua volta il guidoncino del Gruppo Alpini Ferno esternando i migliori ringraziamenti per quanto ricevuto ed indirizzando particolare plauso a tutto il personale che si è prodigato a qualsiasi livello per l’ottima riuscita dell’ospitalità gastronomica.
Il successivo intervento è stato effettuato dal Sindaco Filippo Gesualdi che ha voluto ringraziare per l’ospitalità donando come ricordo il libro che racconta la storia di Ferno con particolare riferimento all’evoluzione storica della chiesa di S. Maria Assunta in Campagna, edificata poco prima dell’anno 1000 e restaurata nel 1997 con il consistente contributo degli Alpini di Ferno. Un gesto gentile a sua volta ricambiato dal Capogruppo Maurizio con pubblicazioni edite dal Gruppo di Treviso.
Il pomeriggio è stato poi impegnato per la visita dei luoghi più significativi del vicino centro di Treviso guidati da Serena che, insieme ad altri 4 amici, hanno reso più piacevole la conoscenza della storia trevigiana.
Nell’entusiasmo della perlustrazione del centro storico, il momento di ripartire è arrivato fin troppo presto terminando così una intensa giornata ricca di emozioni che ha soddisfatto il desiderio di sapere di molti accrescendo inoltre la consapevolezza del rifiuto della guerra per diffondere invece la necessità di pace e concordia attraverso la diffusione della cultura del ricordo.


Enzo Ambrosi