Visita al museo della Grande Guerra 1915 - 1918 a CANOVE (ROANA - VI) - Gruppo di Ferno.
Enzo Ambrosi
In occasione del centenario della Grande Guerra, Il Gruppo alpini Ferno ha organizzato una gita sociale aperta a tutti per ritornare ancora sui territori dove si consumò il più grande conflitto che provocò la più grande ed inutile carneficina di tutti i tempi. In questo anniversario, allo scopo di ravvivare il ricordo del tragico epico evento e per onorare il sacrificio dei milioni di caduti della Prima Guerra Mondiale, si è deciso di visitare il Museo della Grande Guerra 1915 - 1918 presso Canove, frazione di Roana sull'altopiano di Asiago.
Partiti di buon ora alle 6.00 in una situazione meteorologica incerta, già a metà viaggio la pioggia a tratti smorzava le aspettative di gradevoli temperature, poi durante la sosta del viaggio la situazione è girata al meglio lasciando intravedere schiarite sempre più ampie.
Si è approfittato così per una colazione nel piazzale di sosta in perfetto stile alpino con tanto di tavolo velocemente imbandito con il necessario per il taglio del pane, salame, formaggio e vino.
Ben rifocillati per la ricca colazione, la comitiva ripartiva verso la prima destinazione sull'altopiano di Asiago.
Giunti a Piovene Rocchetta è iniziata la salita all'altopiano godendo dall'alto di panorami stupendi sia verso la pianura che in seguito nei saliscendi dell'altopiano.
Prima di arrivare a Roana, attraversando Treschè Conca, lungo la strada nei pressi della rotonda, si è intravisto il monumento in ricordo della strage di 79 soldati del 7° Bgt Bersaglieri ciclisti colpiti da una granata austriaca il 26 Maggio 1916, purtroppo senza sopravissuti. Si erano fatalmente fermati in quell'area per riposarsi prima di riprendere la strada verso Asiago.
Ancora qualche chilometro e si è finalmente giunti a Canove, frazione di Roana (VI), e in definitiva, alla destinazione finale: il Museo della Grande Guerra 1915 - 1918.
Gli Alpini di Ferno sono stati accolti dal personale del Gruppo Alpini di Canove che ha la propria sede quasi adiacente al Museo e che, per l'occasione, hanno predisposto il parcheggio per il nostro pulman.
Il fabbricato del Museo, di proprietà del Comune, è stato ricavato nella ex stazione ferroviaria della Soc. Veneta Ferrovie e si presenta esteticamente ben rifinito con pietre a vista conferendogli così un aspetto gradevolmente rustico.
All'ingresso la comitiva è stata calorosamente accolta dall'anziano Alpino Romano Canalia che ricopre anche la carica di Presidente del Museo e che ha fatto poi da guida al museo con tanto entusiasmo alpino.
Il gruppo Alpini Ferno è stato rapidamente radunato nella sala Grande dove l'Alpino Romano ha intrattenuto per una mezzoretta fornendo una sintetica spiegazione dell'organizzazione del museo, delle sue sale e dei reperti in esse contenuti facendone ben comprendere le conseguenze dell'offensivo l'impiego sia per lo schieramento italiano che per quello austriaco. Al termine, con una visione più mirata, ognuno ha potuto visionare gli innumerevoli materiali esposti, tutti repertati, tra i quali armi, veicoli, attrezzature, uniformi custodite in teche, fotografie, documenti, oggetti personali e quanto la tecnologia, le società e gli eserciti di allora avevano sviluppato verso un nuovo tipo di guerra non più in campo aperto ma in trincea.
Particolare effetto scenico ha avuto la ricostruzione realistica di una postazione mitragliatrice con sacchi di sabbia e con manichini in divisa in posizione di combattimento e la parata degli enormi "proietti" utilizzati dagli schieramenti italiani ed austriaci.
Dai racconti del Presidente Romano, ben presto ci si è persuasi che, nella Grande Guerra, l'allora l'esercito più forte del mondo era quello austriaco ma verso la fine del conflitto, tagliato fuori dai rifornimenti, ha ceduto sui diversi fronti per la mancanza di viveri.
Nella tragedia gli austriaci, presi per fame e pressati dalle armate coinvolte nel conflitto, si sono in parte ritirati e giunti alla sconfitta per resa, non per superiorità militare dei nemici coalizzati.
Ciò nonostante, tutti i soldati caduti, vanno onorati per il coraggio dimostrato e riconosciuto anche dal nemico verso l'armata italiana, tanto che gli stessi austriaci rappresentavano i soldati italiani sulla stampa dell'epoca come "Leoni guidati da Asini" per screditare le dissennate scelte strategiche perpetrate dei vertici militari italiani.
All'uscita dal museo, la comitiva è stata recuperata e portata in visita alla vicinissima sede del Gruppo Alpini di Canove dove, con grande ospitalità, il gruppo Alpini di Canove ha intrattenuto i presenti raccontando in breve la loro storia, le curiosità per poi procedere allo scambio di informazioni tra gruppi.
La comitiva è poi ripartita verso destinazione Mason Vicentino (VI) per consumare il pranzo accompagnato da brindisi goliardici.
La tappa successiva pomeridiana è stata la visita libera al centro storico di Marostica (VI), ribattezzata nel recente passato "Città degli Scacchi". Un salto nella storia recente ma anche nel passato medioevale.
Infatti il centro storico è fortificato ed attorniato da alte mura con il "Castello Basso", ingresso alla cittadella, ed il "Castello Alto" dominante sulla sommità della collina.
Girovagando per la Piazza degli Scacchi, quella con la scacchiera al centro, è avvenuto un incontro casuale con alcuni alpini della sezione di Marostica. Il rapido tam-tam di chiamate ha fatto sì che gli alpini di Ferno si riunissero invitati al visita della Sezione Alpini di Marostica situata a fianco della Chiesa dei Carmini e sede anche del loro Gruppo.
In una conviviale accoglienza stile alpino, si è fatto conoscenza del Presidente Giovanni Sbalchiero e del vice-Presidente con i quali ci si è intrattenuti per uno scambio dati per la comunicazione tra i gruppi ed inviti agli eventi.
Anche troppo presto è arrivato il momento di ripartire terminando una bella giornata ricca di situazioni e luoghi storici dei quali si avrebbe desiderato visitare con maggior tempo a disposizione per meglio soddisfare la brama del sapere.
Dunque, una giornata vissuta con molto interesse in quanto ha consentito ad ogni partecipante di accrescere la consapevolezza che nella guerra, vincitori e vinti pagano in realtà la perdita immensa del il bene più prezioso, la vita umana ed ha inoltre nutrito la cultura del ricordo quale monito per le generazioni del presente e del futuro per una efficace educazione alla Pace.
Enzo Ambrosi