Missiva del 4 Marzo 2015 al Gruppo Alpini di Ferno
Mitt. Ambrogino Farinazzo
A Marco, agli Alpini
Ho trovato l’originale della tessera di Amico. Chiedo scusa per il duplicato.
Le battaglie della vita incominciano a lasciare il segno: perdo qualche colpo.
L’episodio mi insegna che prima di contraddire un Alpino devo pensarci tre volte.
Sul retro della tessera originale sta scritto: l’Amico deve osservare il regolamento; sul duplicato è
scritto il regolamento: l’amico non può partecipare a iniziative ufficiali, sfilate, commemorazioni
né portare distintivi ANA.
Da qui il desiderio di fare il punto sulla mia esperienza con voi e di mandarvi questo scritto, spero non vi annoi.
Desumo che, in quanto amico, nella casa degli alpini sono un ospite, di certo gradito.
Va da sé l’esigenza, per correttezza, di fare un passo indietro rispetto alle iniziative ufficiali (salvo autorizzazione).
Devo dire che frequentare gli alpini e la loro casa mi fa vivere esperienze ed emozioni.
Ricordo la tromba che da l’attenti all’alzabandiera al monumento degli alpini; che suona il silenzio in commemorazione dei caduti delle guerre; la Messa al Sacro Monte, l’attenti, il silenzio, il Signore delle cime quasi sussurrato dal coro, i Valori affermati dagli officianti e tanti alpini, con spirito giovane, fieri di esserci e di testimoniare, alla buona.
Tante emozioni. Che mi hanno fatto ripensare alla mia naia: da giovane la leva la vedevo come una sgradita interruzione dei miei impegni, relazioni; il richiamo mi ha fatto lasciare la famiglia appena fatta, le bambine piccole, la moglie; la comunicazione del possibile richiamo successivo al mio ritorno a casa, per fortuna senza seguito; allora era ben presente in me il ricordo della guerra, le sue negatività, vissuta da ragazzino.
Ultimamente dalla mia memoria sono riaffiorate tante esperienze: la naia che mi ha insegnato a cavarmela da solo; i compagni, alcuni diventati amici; tanti episodi ora rivissuti con maturità; il giuramento: alla patria che è la mia terra.
Ho risposto alle chiamate e ne sono orgoglioso, momenti dati alla mia nazione, non certo tempo perso.
Ricordo con piacere, da richiamato, l’accoglienza ed il rispetto dei commilitoni dell’ artiglieria alpina.
Oggi penso: la pace è un bene immenso, il pacifismo è oltremodo negativo:basta pensare alla incapacità di difendersi.
Mi spiace che i giovani oggi non facciano la naia.
Tornando a noi: un grazie forte, di cuore, a voi “ragazzi”. Mi rimane anche l’ Alpino, la cui lettura è fonte di emozioni.
L’ amore per la montagna, i sentieri, la fatica mi hanno insegnato ad affrontare la realtà con razionalità e serenità.
Sono onorato di esservi amico e risponderò positivamente tutte le volte che mi chiamerete.
Un grosso ciao e un saluto, sull’attenti, da un artigliere di campagna e un po’ anche di montagna,
sempre nella divisione Aosta.
Ferno, 04 marzo 2015
Pubblichiamo integralmente questa lettera giunta presso la nostra sede a Ferno e consegnata brevi-mano al capogruppo Marco Marini dal nostro Amico Ambrogino al quale vanno i nostri più fulgidi ringraziamenti.
Sì, lo ringraziamo perché, attraverso questa sua riflessione, ha rialzato l’attenzione verso tutti quei concetti come la disciplina, l’educazione, il rispetto delle regole, l’amicizia, la famiglia, il senso del dovere e Patria, il diritto e dovere alla difesa, l’umiltà e l’altruismo, che vengono considerati basilari fondamenta della società civile ed i pilastri dell’educazione che il buon padre di famiglia impartisce affinché siano tramandati attraverso i figli per migliorare le condizioni di convivenza e condivisione dei sani principi tra le persone nel contesto del continuo cambiamento delle dinamiche di questa società.
Dunque Ambrogino, è con il massimo rispetto ed onore che rispondiamo sull’attenti al tuo saluto affermando che avremo il piacere di conservati come Amico degli alpini il più a lungo possibile.
Il Gruppo Alpini di Ferno